IBRUTELIA: l'ultimo rifugio.

Volete fare turismo all'estero senza incontrare connazionali brontoloni o chiassosi, turisti per caso, comitive di Giapponesi, venditori insistenti di souvenir? Non vi resta che programmare un viaggio in IBRUTELIA. L'estremo paradiso per i misantropi. Qualche intellettuale che un tempo si rifugiava a Capalbio ha cercato di sfuggire alle masse nascondendosi in Islanda; scovato pure lì è riparato alle isole Faer Øer, inutilmente. Di recente, chissà come, ha scovato questa piccola nazione, ritrovatasi autonoma dopo lo sgretolamento dell'impero sovietico. L'Ibrutèlia non ha avuto difficoltà ad ottenere l'autonomia da Mosca. Anzi, già ai tempi di Breznev i russi stessi ne sollecitavano il distacco, ma la popolazione della regione non ne avvertiva il bisogno. Pare che tramite il Kgb il governo URSS giungesse a stanziare segretamente fondi per costituire un movimento clandestino indipendentista. Invano: i fondi venivano, dai poco motivati indipendentisti, dissipati in bürppa (bevanda alcolica della regione) tzìzårie (sigari di foglia di zucca) e trkie (donnacce).
Non cercate informazioni turistiche presso le agenzie. Non vi sono tour organizzati, né disorganizzati, che raggiungono l'Ibrutélia. Vi daremo noi tutte le info necessarie.

UN PO' DI STORIA
L'Ibrutélia ha una storia antica. Percorsa da orde tartare, da frange di Unni ribelli, cacciati dallo stesso Attila per l'eccessiva ferocia, messa al sacco dalle guarnigioni speciali del feroce Saladino, le note "teste di cocco". Tutte le orde passarono, misero a ferro e fuoco la regione, ma non si fermarono: non ne sentirono il bisogno. Unica eccezione: il feroce Saladino affidò al suo luogotenente una delle sue suocere (Zienewepfe), con l'ordine di abbandonarla sul posto, debitamente assistita. Da questo accampamento stanziale nacque il villaggio KåhmpzåhntjeZienewepfe (campo di Zienewepfe) che coi secoli si sviluppò nell'attuale capitale, il cui nome venne abbreviato nel più funzionale Kåhzantezenwepf.

LA TERRA, L'AMBIENTE
Il territorio fisico dell'Ibrutélia è estremamente pianeggiante. Se percorrete in auto la steppa russa, quella più arida, ad un certo punto la pianura vi apparirà improvvisamente più sterile e secca; lo stormo di corvi che seguiva la vostra autovettura farà inversione di marcia; il mercurio nel termometro scenderà visibilmente di 5 o 6 gradi se siete nella stagione fredda, ovvero salirà di altrettanti gradi se siete in estate. Benvenuti in Ibrutélia. Non sono stati installati posti di frontiera: non ne hanno sentito il bisogno. Questo può sembrare un dato positivo, un segno di progresso: niente frontiere, niente burocrazia. In realtà non è così semplice entrare legalmente in Ibrutélia. Il passaporto e il visto sono indispensabili, ricordatelo bene! Una coppia di miei conoscenti romani che a cuor leggero e con tanti dollari in tasca si sono avventurati laggiù senza questi documenti, sono riusciti a far ritorno in Italia solo dopo 8 anni. Lui, ora completamente calvo, balbetta esprimendosi solo in dialetto patois della Val Chisone. Lei, che era assistente universitaria, irriconosciuta ora persino dalla madre, passa la giornata seguendo e importunando le squadre che asfaltano le strade.
La profonda pianura ibruteliana (la drkpa), che è una depressione (-50 m s.l.m.), è interrotta di tanto in tanto da piccole alture rocciose estese per poche centinaia di mq. Si inalzano sulla piana per 20-30 metri. La vetta più alta è il noto monte Krütvertjdgehh (cruda vertigine) di 65 m. di dislivello, la cui vetta si colloca quindi a ben 15 m. s.l.m. bella veduta dall'aeroplano del monteE' la maggiore attrazione turistica per il panorama che si gode dalla vetta. Gli ibruteliani ad ogni fine settimana fanno la coda per contemplare da lassù tutta la drkpa ed emozionarsi affacciandosi sull'ØrrjdgeeKrütwertjdgehh (l'orrido della cruda vertigine). Da lassù si può notare all'orizzonte il nastro argenteo del fiume Exøndge, che nella stagione delle piogge allaga regolarmente la drkpa permettendo la coltivazione del caratteristico "riso nero" e l'allevamento delle "gazparrdhie", le cozze nere di fiume. Nelle altre stagioni il letto del fiume si ritira, fino a prosciugarsi completamente d'estate, costringendo l'Ibrutelia ad approvvigionarsi d'acqua all'estero utilizzando il metanodotto in disuso che attraversa la regione.

LA GENTE
Gli ibruteliani sono un popolo mite ed accogliente. E' tradizione attendere l'ospite sulla facciata dell'abitazione (la tipica kåtphec di paglia, sterco di cinghiale, sputo e sassi) ed accoglierlo con il saluto "Kuh tieh thhranzfe?" (cos'hai portato?). Quindi consiglio di portare con voi qualche piccolo regalo simbolico a dimostrare reale gratitudine per l'accoglienza. Vanno bene anche dollari e marchi.
Vale la pena ricordare che siete ospiti stranieri e che la mitezza innegabile della popolazione può subire alterazioni, causate soprattutto dall'abuso di bürppa (la bevanda alcolica nazionale ricavata dai cavoli fermentati). L'alcolismo qui è forse la piaga sociale. I sovietici, negli anni '40 tentarono a modo loro di "bonificare" la popolazione sostituendo la bürppa con la più innocqua vodka. La cura, peggiore della malattia, scatenò disordini sociali che portarono ad arresti, ai celebri processi d'Ibrutélia, alle deportazioni in Siberia di intere comunità (alcuni villaggi aderirono spontaneamente alle deportazioni). Consigliamo perciò di evitare raduni, festicciole, aggregazioni, dove comunemente si mette mano alla bottiglia. Rifiutate con gentilezza ed un sorriso l'invito, magari con una frase tipo:"Js vvs hrreggrjethe buz js pws anhi kåttak hov SCIORDÅH" (ti ringrazio ma ho un attacco di dissenteria). Eviterete così di trovarvi al centro della caratteristica pittoresca "kråshinasgajha", tipica rissa a base di coltellate e bottigliate, esperienza coinvolgente ed unica che comporta pur qualche rischio per la vostra incolumità.

COSA SI MANGIA
"Pectopah", ristorante ibruteliano, non ha insegne, non ne ha bisogno: si riconosce dall'intenso profumo di cipollone e cavolo nero che pervade l'aria nelle sue vicinanze. La "churppa", minestrone di cipollone e cavolo nero, speziato con rondelle di torsolo di mais, è il "piatto nazionale". L'acqua dev'essere naturalmente quella del fiume Exøndge, quando non è in secca. Nella stagione secca si pranza con gli squisiti rognoni di "catapuà" in salsa di fichi secchi di Izmir messi via da Natale. Essendo il catapuà un felino selvatico che vive assolutamente libero nelle periferie dei centri abitati, la sua carne è dura e va frollata per almeno 60 giorni all'aria ed al sole sui tetti di lamiera dei ristoranti, dove acquisisce così la necessaria morbidezza.
Ricette antiche che, anche qui, la gente va dimenticando, come la "prstrå" (patate nere in salsa di patate bianche) o la squisita "shørdahh" di cui gli chef locali mantengono gelosamente segreta la ricetta. I giovani preferiscono mangiare al MacDonald, recentemente aperto nella capitale, percorrendo anche un centinaio di km pur di evitare la churppa, il catapuà, la prstrå e la shørdahh.

COSA VEDERE
Innanzitutto, nella cattedrale di Kåhzantezenwepf, la stupenda iconostasi in masonite smerlettata col traforo dalle monache dell'annesso convento. Una monumentale parete, rimessa in loco dopo che i bolscevichi l'avevano tolta da là ed utilizzata come porta per il cesso delle truppe, nella caserma prospicente la chiesa.
Poi, nel museo nazionale, non mancate di ammirare la serie delle 7 tele che illustrano la vita di Izàc Strocimjentødlopork, eroe nazionale e martire:
1- Izàc Strocimjentødlopork da poco nato nella stalla di una modesta tipica kåtphec (casa di paglia, sterco di cinghiale, sputo e sassi) fa capolino tra le uova di una grossa gallina che lo cova, riscaldato anche dallo sterco fumante di maiale.
2- Izàc Strocimjentødlopork che, ancora giovinetto, invitato ad una festa di nozze, tramuta l'acqua in bürppa (la bevanda alcolica nazionale) salvando il clima della festa che stava languendo.
3- Izàc Strocimjentødlopork che, cacciato dall'usurpatore, vive misero in un bosco selvaggio in compagnia di un lupo, se lo fa amico e dopo un anno nasce una nidiata di piccoli licantropi.
4- Izàc Strocimjentødlopork che canta sulle navi da crociera, ma ha un sogno segreto: ...timoniere? ...armatore?
5- Izàc Strocimjentødlopork perseguitato dalla giustizia. I giudici, i boiardi lo accusano, lo calunniano, lo dileggiano.
6- Izàc Strocimjentødlopork è talmente calunniato, ingiuriato, dileggiato, che diventa Zar a furor di popolo.
7- Tela finale con Izàc Strocimjentødlopork che, ancora vivo, sale al cielo e siede.. al centro, mentre gli altri ben noti personaggi celesti si fanno giustamente da parte.
Purtroppo in questo estremo lembo d'occidente ancora s'usa l'incivile e brutale pratica della tortura, per punire i malfattori ovvero convincere i cacerati a collaborare con la giustizia. Riproduciamo due raccapriccianti immagini riprese di soppiatto dall'inviato di un'organizzazione umanitaria, non per morboso compiacimento, ma quale forte denuncia e per esprimere convinta esecrazione.

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