TOSCANA: Montesudicione

Una vacanza rurale a contatto con una natura ed uno stile di vita come poteva presentarsi un centinaio d'anni fa: a Montesudicione, nella Toscana più schietta ed integra. Il posto ideale per chi desidera "disintossicarsi" fisicamente e mentalmente da una vita meccanizzata, informatizzata, omogeneizzata, televisionizzata, centrocommercializzata, ed anche per chi non ha bisogno di disintossicarsi perché questo modus vivendi l'ha sempre detestato e, nei limiti del possibile, evitato.

Raggiungere questa località rustica e vetusta non è difficile: lasciate la SS n:1 Aurelia a Cecina e imboccate la strada per Volterra. Superati un paio di rondò vedrete sulla sinistra la comunale per Castelbruciato. Procedete con prudenza, la strada è stretta e l'asfalto che ha una cinquantina d'anni non è mai stato rattoppato, inoltre il parallelo canale di scolmo (il Puzziglione) se la stagione è piovosa tracima ed allaga la carreggiata portando seco foglie e fango. La mota viscida provoca slittamenti e potreste incontrare innanzi a voi i mezzi ribaltati di chi incautamente vi precedeva.
Se avete la fortuna di trovare il percorso sgombro, il rischio scema dopo i 24 km di pianeggiante, in quanto ora la strada sale verso la minuscola stupenda frazione di Grattamàcero.
Nella piazzetta in miniatura, tra gli onnipresenti vecchietti seduti in ozio su panche di pietra, potete attingere acqua fresca all'unica fontana che serve tutto l'abitato. L'utilizzo è promiscuo, ma l'attesa sarà breve se non ci sono mandrie di vacche davanti a voi ad abbeverarsi. Sìano vigili signore e signorine: i vecchietti in ozio allungano volentieri le mani.

Il piacevole viaggio prosegue lungo "le Bruciate", terreni demaniali ai quali gli allevatori danno periodicamente fuoco per ricavarne pascoli e, perché no, anche per sfizio (i passatempi sono pochi in queste zone). Ad un certo Saurino detto l'appiccóne, nell'enfasi di incendiare tutto per benino, dieci anni or' sono gli è bruciata pure la stalla, con tutto il bestiame; ciononostante per mantenere viva la tradizione ogni due anni ridà fuoco a tutto, anche se non gli serve più ricavare pascolo.

La strada ora è poco più che un sentiero di terra battuta, con enormi buche profonde fino a 70-80 cm. nelle quali, se piovuto, sguazzano gallinelle d'acqua e nutrie. A questo punto, se potete, raccogliete armi e bagagli e proseguite a piedi; arriverete a destinazione prima e senza danni alle sospensioni dei vostri preziosi e banali autoveicoli. Qualcuno penserà: -Che m'importa a me? Ci ho il Range Rover io!- Niente da fare, con le fuori-strada di larghe dimensioni non avreste nemmeno potuto attraversare Grattamàcero.
Dopo una tonificante marcia di circa 6 km. in leggera salita, emozione!.. l'austero borgo in pietra bruna di Montesudicione apparirà ai vostri occhi, silenzioso ed immutato da almeno tre secoli.
Raggiungete la piazzetta per chiedere informazioni. Probabilmente non incontrerete nessuno: i vecchi sono scesi ad oziare a Grattamàcero, dove c'è più movimento. Bussate con garbo a qualche uscio, non forte, perché le antiche porte male in arnese potrebbero cedere o scardinarsi. Ricordate sempre che NON vi trovate nel bel mezzo di un centro commerciale dove è così semplice buttare, sostituire, comperare; qui si cerca di conservare con amore e dedizione. Comperare un qualsiasi oggetto non costruibile in proprio richiede tempo, mezzi, fatica, un lungo viaggio in città.

Preso contatto con qualche massaia che v'accoglierà con uno schietto -Che havolo volete?- accordatevi per il vostro soggiorno; le stanze non mancano: tre quarti delle abitazioni sono parzialmente vuote a causa dell'emigrazione dei paesani verso città che offrivano lavoro.
Le antiche stanze sono freschissime per via degli spessi muri (fino a 3 metri) costruiti in pietra, strati di fango impastato con merda di gallina, canna di palude e scatole di fagioli scaduti, poi ancora pietra.
L'ambiente è veramente salubre: niente campi elettromagnetici di alcun genere. Riponete i vostri cellulari quindi, la zona non è coperta. Niente energia elettrica, niente ripetitori televisivi. Il silenzio, specie al mattino, è veramente magico. Nei pomeriggi estivi invece inizia il concerto rituale delle cicale, che si cheta verso sera per lasciare il palco ai grilli che col loro cri-cri culleranno il vostro riposo negli antichi letti in ferro dalle reti cigolanti. A notte avanzata l'abbaiare dei cani (ogni abitazione ne ha uno o due) che si scambiano per ore informazioni: "Tutto bene Floc?" "Sì, in guardia Argo!" "E tu Stanlio?" "Stò giusto scacciando un gatto, bù, bù!"
Prima dell'alba i cani s'appisolano, mentre i galletti (ogni casa ha il suo pollaio) prendono a fare il loro dovere destando la vallata.
I contadini si levano presto per lavorare col fresco, il passo dei loro zoccoli sul selciato riecheggia tra le strette mura dei vicoli; danno la voce ai colleghi che tardano a svegliarsi: -Oh, Giustino!... Sorti, che so' le cinque meno un quarto!-
E voi, accovacciati nel vostro pagliericcio, con un ruvido cuscino calcato sulla faccia, penserete "Nel terzo millennio queste sono sensazioni ed esperienze che non si rivivono una seconda volta".

Colazione sotto un pergolato, con latte di capra e vacca non pastorizzato, un po' di caffè olandese o di cicoria servito in una forse autentica tazza etrusca!
Brioches, cornetti caldi? Ma andatevene!.. Una bella fetta di pane fatto in casa, invece, abbrustolito su fuoco di legna! Grattate via il bruciato con l'apposito coltellaccio che la massaia vi fornisce e immergete nella tazza: dopo un quarto d'ora di ammollo anche il pane più raffermo s'ammorbidisce e le vostre deboli mascelline avvezze ai MacDonalds riusciranno a masticare senza fatica.

ARTE E CULTURA:

Il museo della civiltà rurale di Montesudicione, benchè piccino, è proporzionato al borgo. Non solo vecchie zappe rugginose dal manico storto, la zangola per fare il burro ossidata, il giogo per somari col proteggi-orecchie, ma anche lo spazzolino per il gabinetto con manico in legno e piume di tacchino, la "monaca" scaldaletto con incorporata candela a luce rossa per notti erotiche, un'antichissima collezione di figurine Panini con Cesare Maldini, Pascutti, Trebbi, Trappattoni, Colombo, Amarildo...

IL CASTELLO:

L'austera rocca di pietra annerita (più volte incendiata dai nobili proprietari, pazzi piromani) si può visitare solo su richiesta. L'attuale proprietario conte Gagliardo Della Remigiosa (ma ha venduto il titolo nobiliare) risiede in città, si rifugia al castello solo quando ha problemi di vario genere (debiti, contrasti, sbornie). Se avete la fortuna di incontrarlo non fatevi premura di chiedergli l'onore di concedervi una visita al maniero. È una persona affabile e non ve lo negherà. È peraltro un po' appiccicoso e di consuetudine allunga volentieri le mani, siate quindi cortesi ma fermi. Evitate inoltre di sedervi con lui ad un tavolo di gioco, adducendo scuse verosimili.

COSA MANGIARE:

Chiedete alla massaia che vi ospita che vi cucini la "sbrodolata di lumache", gustatela a lume di candela o comunque con poca luce (meno si vede nel piatto meglio è) o le "patate di mulo cotte sotto la brace fredda", annaffiate con un generoso litro di acqua di sorgente con l'idrolitina. Vino non se ne trova; ci sarebbe, ma i contadini ne bevono quanto ne producono, con la scusa che lavorano tutto il giorno come bestie e non hanno altre soddisfazioni.

ESCURSIONI:

"La grotta del cicalone". Anfratto che penetra nella roccia per ben due metri, alto metri 1,40. Viene utilizzato dai pastori come riparo in caso di temporali improvvisi. Meglio non sedersi all'interno né appoggiare le mani per terra se non avete, poi, di che pulirvele molto bene.
"La risorgiva delle sorprese". Polla d'acqua risorgiva, a sud-est del borgo. Probabilmente sgorgano qui i reflui degli scarichi di qualche città a monte. Il nome è dovuto al fatto che nel liquido appaiono all'improvviso gli oggetti più impensati: tubetti di dentifricio esauriti, tappi, mozziconi; la nostra ospite racconta di aver trovato persino una vecchia lavatrice arrugginita che s'è affrettata a portarsi a casa; non funziona, ma che importa, in ogni caso non c'è corrente.

LA FAUNA:

Se avete con voi un binocolo potete appostarvi all'alba, in silenzio, ai confini della proprietà di zio Ronco Truciloni: avvisterete le faraone che ogni mattina zio porta a ruspare sull'aia. Non vi avvicinate, poiché il Truciloni è sospettoso e gelosissimo e non esiterebbe a spararvi.

GUARDIA MEDICA:

Ogni 4 mesi, il primo sabato del mese, passa il veterinario; dà un'occhiata al bestiame e, se proprio serve, non nega eventuali prestazioni agli esseri umani.

SHOPPING:

Come già detto, qui non siamo in un centro commerciale, non c'è niente da comperare. Piuttosto potete VOI vendere qualcosa di vostro ai paesani: i vestiti, gadget vari, orologi, occhiali, macchine fotografiche. Troverete acquirenti entusiasti, pronti a barattare che so, una gallina con la vostra Lacoste, una gustosa formaggella con le vostre scarpe Nike, una dozzina di uova stagionate per la vostra Canon.

Vi sento perplessi...

Alzate le sopracciglia, pensate "ma che c..."

Beh, come non detto.

Rimini, Viareggio, Sharm, Ibiza vi attendono.
Oppure fatevi un bel giro al centro commerciale.

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